Un intervento di isolamento acustico influisce sui requisiti di abitabilità di casa?

Come avrai notato ci piace molto sfatare i miti: preferiamo che sull’isolamento acustico ci sia la più totale trasparenza e chiarezza, in modo tale che tutti quanti siano informati su cosa funziona e, soprattutto, cosa non funziona.

In questo modo, chiunque potrà scegliere consapevolmente senza il rischio di incorrere in altre problematiche.

Alla luce di questa politica oggi parleremo dell’abitabilità.

Per ottenere l’abitabilità, e per mantenerla, i locali domestici devono misurare un’altezza non inferiore a 2,70 m.

Nel caso in cui la distanza tra pavimento e soffitto risultasse inferiore, il locale non potrà essere utilizzato a scopo abitativo, ma potrà avere altre funzioni; ad esempio, le cantine hanno requisiti inferiori in termini di altezza.

Molti credono che costruendo un controsoffitto acustico, tipico intervento quando ci si vuole proteggere dai vicini rumorosi del piano di sopra, si rischia di perdere l’abitabilità.

Per fare un esempio, se avessimo un appartamento con altezza 2,70 m e costruissimo un controsoffitto dello spessore di 10-12 cm, l’altezza risulterebbe inferiore a quella minima consentita.

Tuttavia, per sua natura, questo tipo di intervento costruttivo è rimovibile, come se si trattasse di un arredo. Basti pensare ai controsoffitti decorativi oppure a quelli per i faretti, i quali, pur riducendo l’altezza, non incidono minimamente sull’abitabilità.

Lo stesso vale per i soffitti acustici: anch’essi possiedono le stesse caratteristiche di rimovibilità.

Inoltre, un intervento di isolamento acustico efficace aumenta considerevolmente il valore di mercato dell’immobile.

In conclusione, non c’è da preoccuparsi di perdere l’abitabilità della propria casa quando si vuole eseguire un intervento di isolamento acustico.

In questo modo, dimenticarsi dei propri vicini rumorosi e vivere in pace e tranquillità nella propria casa diventa facilmente realizzabile!